Benvenuti e benvenute in nuovo post di astroNEWs!!!
Sono Leonardo e oggi vi vorrei parlare dell'Evento di Carrington:
Richard Christopher Carrington nasce il 26 maggio del 1826, a Chelsea, in Inghilterra. E' un ragazzo fortunato ai quei tempi perché vive in una famiglia benestante e piena di soldi. Suo padre è il proprietario di una fabbrica di birra di Bradford, alla periferia di Londra, che in quegli anni ha un enorme successo. Il piccolo Richard cresce senza che gli manchi niente, anzi all'età adatta va in una delle università più prestigiose: il Tritium College. Lui si dimostra immediatamente uno studente brillate e in gamba. Suo padre sa che Richard è molto coscienzioso e che non puoi obbligarlo a fare quello che vuole, infatti lui vuole che diventi un religioso di mestiere. Ma Richard ha altre idee: in particolare c'è un professore, matematico, fisico e astronomo, che gli fa capire che è proprio quella la sua passione: l'astronomia. Così sin laurea a pieni voti e nel 1848 entra a far parte dell'osservatorio dell' università di Durham. Richard non ci si trova benissimo per vari motivi: l'osservatorio non è un gran che e lui ha proposto di comprare con i suoi soldi delle attrezzature migliori, ma il capo non ne vuole sapere. Richard, lo ripetiamo, siccome è molto ricco, decide di farselo lui un osservatorio tutto suo. In tre mesi, dal giugno all' autunno del 1852, costruisce un osservatorio sulla collina di Red Hill: grandissimo. Sembra una piccola San Pietro con una cupola enorme e lo attrezza col meglio che c'è: i telescopi delle ditta Turtle&Sims. Uno, a montaggio equatoriale, segue il moto terrestre e un altro, del modello di Greenwich, si muove sul meridiano 0°. Dopo aver mappato la parte settentrionale del cielo, classificando oltre 3000 stelle, si impegna per portare avanti il suo progetto più ambizioso. A Richard, infatti piacciono molto le stelle, ma una in particolare: il Sole, vuole studiare le macchie solari per numero e posizione. La mattina del 5 settembre del 1859, mentre osserva il Sole, succede qualcosa di incredibile: bellissimo e terrificante allo stesso tempo. Una cosa che succede nella nostra stella che nessuno aveva mai visto prima. A volte il Sole fa paura: quell' astro luminoso che ci rende vivi a volte fa brutti scherzi. Quel giovedì, il Sole ha fatto questo e l'unico che se ne era accorto era lui: Richard Carrington. Nella sua superficie ci sono delle macchie solari che diventano sempre più grandi e luminose. Quasi da nasconderlo. Sì, è successo qualcosa sul Sole. Ma siccome Richard è molto bravo capisce subito di cosa si tratta: è un fleur solare. Un bagliore provocato dall'energia del campo magnetico che riscalda e imprime una violenta accelerazione alle particelle cariche che compongono il plasma delle stelle, insomma, un "eruzione solare". Richard è il primo e l'unico astronomo che lo osserva e cerca subito qualcun altro nell'osservatorio che possa confermare quello che vede. Ma quando torna, 5 minuti dopo, le macchie stanno già scomparendo e tornando alla loro normale luminosità. Ma il bello, o il brutto, deve ancora arrivare. L' "eruzione ha provocato il distacco di un pezzo della corona solare, la parte più esterna dal Sole, che sta volando a 8.500. 000 km/h verso la Terra. In 17 ore e 16 minuti percorre 149 5978 780 km e colpisce il campo magnetico terrestre. All' improvviso appaiono aurore boreali in tutto il mondo: macchie rosse, gialle e viole invadono il cielo. E fin qui va tutto bene.
Ma dopo un po', quando le particelle solari hanno interagito con il campo magnetico scoppia la più grande tempesta geomagnetica che il nostro pianeta abbia mai visto. C'è una scala che classifica questa e venti e va dal G1, basso a l G5, il massimo. Questa sta ben oltre il G5. Nell' ottocento la rete elettrica non è sviluppata, solo in Europa e nell' America del Nord, ma lì la botta fa i suoi danni. I campanelli suonano tutti contemporaneamente, non è poi un gran danno. La rete telegrafica, però, salta di colpo e sta muta per 14 ore, i fili di rame si fondono e i pali che li sostengono prendono fuoco. L'energia accumulata è così tanta che quando si ripristinano i collegamenti i telegrafi funzionano un giorno intero con la spina attaccata alle batterie. Un paio di giorni dopo è già finito tutto. Se un evento del genere succedesse al tempo di oggi ritorneremo al medioevo per molti anni.
al prossimo articolo da Leo :)
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